Cenni storici
Lo stemma civico del rione rappresenta una mano che stringe un grappolo d’uva, ed esprime in pieno il motto “toti in unum”, motivazione latina del nome di Tutino. Certamente è il borgo più antico di Tricase con i suoi rinvenimenti ceramici dell’antica strada detta “ziccavie”, risalenti all’epoca della Roma Repubblicana (VI-I secolo a.C.). Le notizie più certe circa la sua storia risalgono però al periodo medievale, quando una serie di feudatari si sono succeduti nella gestione del territorio che ricadeva direttamente nel grande contado di Alessano.
La chiara impostazione delle mura del Castello dei Trane, rimanda alle costruzioni difensive federiciane, impostate su alte pareti con base scarpata, intervallate da torri, il tutto difeso da un ampio e profondo fossato. L’impianto originario a base quadra era difeso da nove torri, otto disposte tra angoli e pareti e una, la più alta, al centro del cortile come ultimo baluardo. Nella seconda metà del XVI secolo, il Casale di Tutino passò in mano a don Luigi Trane, che nel 1578 costruì su un lato del grande recinto castellare il proprio palazzo nobiliare.
La struttura dalle pure linee rinascimentali, è caratterizzata da due livelli divisi da una cornice centrale recante la seguente iscrizione: LOISIUS TRANE PRIMAE PATRIAE NOME GAZA O COGNOME INTER PRIMOS FORTUNAE NATOS FAVETE…A AD PRISTINA NOBIBLITATE EI FAMILIA REDU [XIT]….M….. AB INFIMIS FUDAMENTIS EREXIT POSTERIS SUIS VICULA[VIT] (Luigi, chiamato Trane dal nome della patria d’origine, ma che si chiamava in verità Gaza, tra i prediletti della fortuna, col favore di …. Portò la famiglia alla sua antica nobiltà….innalzò dalle fondamenta e destinò ai suoi discendenti). Il piano terra è mosso dal portale in stile catalano-durazzesco con lo stemma dei Trane nella trabeazione centrale, mentre il piano nobile è ingentilito da nove finestre, decorate con motivi floreali e motti incisi sulle architravi.
Il centro storico è scandito da numerosi segni del passato che si estendono tutti sull’asse dell’antica strada romana che aveva un punto di riferimento nel menhir di “San Leonardo”, disposto su un antico crocevia.
Al
Ai margini del nucleo originario di Tutino, è ubicata la seicentesca chiesa di San Gaetano, con la sua facciata lineare, ingentilita da un bel finestrone simile per disegno ed intaglio a quello della chiesa di Sant’Angelo. All’interno sono da considerare il pavimento mosaicato del 1888, realizzato dai fratelli Peluso di Tricase, e le figure di San Gaetano da Thiene dipinte su legno e tela, con l’altare posto nel cappellone a destra dell’ingresso dedicato al Santo, risalente al 1657.
Nel cuore della parte antica del rione di Tutino si erge la parrocchiale dedicata alla Madonna delle Grazie. La struttura offre uno scambio di stili e date all’esterno e all’interno. Sul fronte, il portale principale barocco reca la data 1685, mentre quello laterale, puramente rinascimentale è datato 1578.
Sul fianco sinistro della chiesa, all’ombra del campanile ricostruito nel 1860, si sviluppa il portico a cinque arcate che custodisce le scene affrescate del calvario. L’interno della chiesa, impostato su pianta a croce latina, presenta l’intradosso dell’arco trionfale e la volta del coro rettangolare decorati con costoloni e motivi floreali identici a quelli della chiesa dei Secondogeniti, nel centro storico di Tricase. Nella navata centrale, un’epigrafe del 1583 nell’alloggiamento dell’altare di San Marco, testimonia la struttura sicuramente rimaneggiata della chiesa. Nel lato sinistro del transetto è collocato uno dei più interessanti altari in stile barocco dell’intera città, intitolato a Sant’Antonio da Padova, mentre a destra, la pala della “Vergine con Bambino e i SS. Pietro e Paolo”, accostabile alla pittura di Jacopo Palma il giovane, monopolizza la scena dell’altare.
Percorrendo l’antica strada che conduceva a Miggiano, si trova la suggestiva chiesa della Madonna della Pietà, già ricostruita nel 1670.