Cenni storici
Il rione di Sant’Eufemia è il più piccolo per dimensioni della città di Tricase, ma è anche quello più “orientale”. La grecità raccolta attorno ai luoghi del borgo traspare in ogni modo a qualsiasi visitatore. Il rione ha preso il nome dal culto della santa greca che è stato fissato dai basiliani che nel Salento avevano trovato il loro rifugio ottimale. Nato probabilmente come un distaccamento dell’Abbazia di Santa Maria del Mito, l’abitato di Sant’Eufemia si è sviluppato come insediamento di basiliani pronti ad ospitare fedeli e pellegrini in transito verso i luoghi di culto del basso Salento. Per tutti, passaggio obbligato era la cripta di Santa Maria del Gonfalone, ai margini dell’abitato.
Le vicende storiche del Casale di Sant’Eufemia hanno seguito due strade perpendicolari, quella religiosa e quella civile. I feudatari che negli anni si sono succeduti al governo della frazione sono stati gli stessi che hanno controllato Tutino, in parallelo alla curia Arcivescovile di Otranto che ha avuto la gestione del borgo sino al 1988. Particolarmente interessanti sono le vicende che portarono l’arcivescovo di Otranto ed il barone di Tutino davanti a numerosi tribunali ecclesiastici e civili tra i secoli XVI – XVII. Sant’Eufemia è stato un Casale con due Baroni, all’alto prelato la giurisdizione ecclesiastica, al Signore di Tutino la giurisdizione criminale.
La cripta del Gonfalone è il monumento più rilevante di Sant’Eufemia. È uno degli ambienti ipogei religiosi più grandi della Puglia, ed è databile all’XI secolo. Vi si accede da due ingressi, su uno dei quali è posto lo stemma dell’Arcivescovo Pendinelli, ucciso dai Turchi nel sacco di Otranto del 1480. L’interno è scandito da una serie di colonne scavate nel banco roccioso integrate da altre in conci tufacei locali. Le pareti sono interamente ricoperte da strati di affreschi bizantini e rinascimentali. L’altare centrale, in stile barocco, ha come motivo centrale un ovale con l’affresco del volto della Vergine con il Bambino.
L’abitato di Sant’Eufemia è un dedalo di corti che si sviluppano lungo due strade che conducono alle due chiese urbane. La Parrocchiale dedicata a Sant’Eufemia V. e M. è stata costruita nelle forme attuali tra il 1772 ed il 1778, però l’interno, a navata unica, testimonia che questa costruzione ha seguito altre strutture religiose precedenti. I recenti lavori di restauro terminati nel 2013 hanno riportato alla luce uno splendido pavimento a mosaico realizzato a fine XIX secolo dai fratelli Peluso, rinomati mosaicisti tricasini.
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L’altra chiesetta della frazione è quella di San Nicola, eretta nel 1843. Il suo interno a navata unica è decorato con un crocefisso professionale in legno e due tele databili alla prima metà dell’ottocento.