Cenni storici
L’idea di dedicare una chiesa alla Beata Vergine Maria di Costantinopoli nasce in terre ben lontane da Tricase; la sua origine si è caratterizzata nell’asprezza dei campi di battaglia, nei sanguinosi scenari delle violente guerre del Seicento, quando gli allori e le fortune degli Asburgo di Spagna tramontarono definitivamente. È tra le verdi terre della Catalogna, nelle fosche regioni bagnate dall’alto Ticino o nel caldo sole di Messina, che il piemontese Jacopo Francesco Arborio della Gattinara, Conte di Sartirana, Marchese di S. Martino, Cavaliere dell’Ordine di Santiago, condottiero e duce degli eserciti delle maestà cattoliche Filippo IV e Carlo II di Spagna, matura la volontà di realizzare un tempio cristiano dedicato alla Madre di Dio, Regina della Vittoria. La scelta cade su Tricase, nell’ultimo lembo d’Europa, dove la devozione mariana è salda e ben impressa nel popolo, «nel luogo dove c’era un’antica Cappelluccia con il titolo di S. Maria di Costantinopoli».
Il Marchese Arborio della Gattinara, discendente del celebre Cardinal Mercurino – braccio destro dell’Imperatore Carlo V d’Asburgo – frequenta Tricase grazie al matrimonio della figliastra, donna Giovanna Teresa Colmonero y Gattinara, con il Principe Stefano III Gallone avvenuto nel 1681. Il nobile piemontese, «in una pausa dallo strepito delle armi», affida la progettazione architettonica a Leonardo Caliato da Lequile, il quale realizza un’originale struttura ottagonale, nella fertile campagna, «fuori le porte di Tricase», dove già sorgeva un’antica cappella dedicata alla Vergine di Costantinopoli. La Chiesa viene aperta al culto nel 1685, così come ricorda l’arciprete di Salve, don Andrea Lecci, nell’unica iscrizione interna sopravvissuta.
Jacopo Francesco Arborio si prodiga fin da subito per arricchire di benefici il nuovo tempio mariano, con lo scopo di «far accrescere il culto nei fedeli». Nell’aprile del 1685, il Vicerè di Napoli, don Gaspar Méndez de Haro y Guzmán, concede la facoltà di poter organizzare una fiera con la vendita di ogni «sorte di robbe, mercanzie, vettovaglie e animali» da tenersi tutti i martedì di Pentecoste, per quattro giorni consecutivi, nello spiazzo di fronte alla chiesa. Il Marchese si prodiga anche presso la S. Sede per la concessione di diverse indulgenze.
L’edificio è conosciuto ai molti come “Chiesa dei Diavoli”. Infatti, la posizione isolata e la sua atipica pianta ottagonale hanno alimentato nel tempo numerose storie popolari, che legano l’edificazione della chiesa ad un artificio diabolico e ad un arcano patto. Secondo i racconti, la chiesa venne costruita in una notte dal diavolo in persona, per desiderio del “principe vecchio”, furbo e avido feudatario del luogo. Certo è che alla riscossione del tributo, ovvero l’anima del mortale, l’astuto principe pose al maligno un’ultima richiesta: “Famme ‘na sarcina de rena ‘ttaccata cu le corde de acqua” (Fammi una fascina di rami di sabbia legati con corde di acqua). Il diavolo iniziò a cimentarsi, ma fallendo nell’impresa comprese il triste tranello. Rimanendo soccombente al raggiro del principe, scatenò la sua ira scaraventando le campane nel mare.
Cartolina
In realtà le vicende della chiesa si legheranno a quelle della famiglia Gallone dei Principi di Tricase, proprietari e beneficiari sino al 1966: anno in cui l’amministrazione comunale Codacci-Pisanelli acquisterà l’edificio, oramai cultualmente in disuso dagli inizi del Novecento. Prima della sua decadenza, la chiesa della Madonna di Costantinopoli è stata un punto di riferimento obbligato della civiltà contadina di Tricase. Sino alla metà dell’Ottocento, le famiglie rurali si radunavano di estate per la messa domenicale e sullo spiazzo antistante la chiesa avevano luogo le fiere annuali in occasione di alcune feste religiose: come la Pentecoste, lo Spirito Santo e S. Vito Martire.
Location di numerosi eventi culturali, l’edificio nel corso degli ultimi anni ha ripreso vitalità, grazie anche alla presenza degli ampi spazi verdi che nel corso dell’estate ospitano manifestazioni teatrali e musicali promosse da circuiti e agenzie nazionali. Dal 2015 al 2020 è stata gestita dall’Associazione Meditinere all’interno del progetto SAC Porta d’Oriente del Parco Otranto Santa Maria di Leuca. [C.V.M.].
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Along the road that connects Tricase to the Port, is located the seventeenth-century Church of Madonna of Constantinople, also known with the suggestive name of “Church of the Devils”.
There are lots of histories about this church that was built in1685 in open countryside by leader of Piedmont Jacopo Francesco Arborio Gattinara, under the principality of Stefano Gallone, in homage to the Holy Virgin.
La Chiesa fu aperta al culto nel 1685, così come ricorda l’arciprete di Salve, don Andrea Lecci, nell’unica iscrizione interna pervenutaci.
The marquis Arborio della Gattinara, descendant of the famous Cardinal Mercurino – right-hand man of Emperor Charles V of Habsburg – he attended Tricase in occasion of the marriage of his stepdaughter, Donna Giovanna Teresa Colmonero y Gattinara, with Prince Stefano III Gallone in 1681.
The nobleman of Piedmont, «during a time off from the clamour of arms», assigned the project to Leonardo Caliato da Lequile, who realized an original octagonal structure, «outside the doors of Tricase», where an ancient chapel dedicated to the Virgin of Constantinople already stood.
This Church was open for cult in 1685, as the archpriest of Salve recalls, Don Andrea Lecci, in the only internal inscription that we have
Jacopo Francesco Arborio immediately wanted to animate the new Marian temple: so, he worked for the concession of some indulgences and for the establishment of the annual fair “of the Holy Spirit”, which was on the day of Pentecost.
At the death of Gattinara, the Gallone Princes family of Tricase held the property and the rights of patronage until 1966, the year in which the Codacci-Pisanelli municipal administration will purchase this church, where, since the beginning of the twentieth century, sacred cults did not take place anymore.
Before its abandonment, the church of Madonna of Constantinople was an important point of reference for rural population of Tricase. Until the mid-nineteenth century, in fact, families used to come together in summer for Sunday Mass; on the open space in front of the church annual fairs took place on the occasion of some religious festivals, such as the Holy Spirit and S. Vito Martire. In short, it was a place around which material and spiritual interests of the community aggregated.
Its isolated location in open countrysude and its typical octagonal layout fostered over time several popular stories that connect its building to a diabolic artifice or to an arcane pact.
According to a legend, this church was erected in one night by the devil in person, to satisfy the desire of the “old prince”, clever and greedy local feudal lord. Certainly, when when he was asked “to collect the tax”, that is the soul of the mortal man, the cunning prince made to the evil one last request: “Famme ‘na sarcina de rena ‘ttaccata cu le corde de acqua” (Make for me a bundle of sand branches tied with water ropes). The devil tried to do it, but when he failed this task he understood the sad trick.
Victim of the deception of Prince, the devil got angry and he hurled the bells in the sea.
There is also another legend about The Church of the Devils